Networking
Le filiere della conoscenza costituiscono gli strumenti per assicurare una governance ottimale dei processi di innovazione e di sviluppo territoriale, in quanto consentono di accorciare la distanza tra formazione, ricerca, e sviluppo, accelerando le condizioni favorevoli per una innovazione strutturale.
Una filiera della conoscenza orienta la ricerca e l’innovazione verso i progetti a più alto potenziale di crescita, che abbiano carattere di continuità e stabilità così da generare effetti sistemici duraturi.
Un ecosistema aperto e collaborativo consente una riduzione dei costi di R&D, del time-to-market, rendendo economicamente profittevoli gli investimenti, altrimenti difficilmente sostenibili dalle PMI.
L’istituto CRF intende supportare lo sviluppo di un sistema di relazioni tra gli attori della filiera della conoscenza. A tal fine promuove partnership interaziendali, Call4Ideas, partnership con Istituzioni di ricerca.
Lavoro
Affinché l’elevato tasso di innovazione tecnologica presente sul mercato possa tradursi in crescita effettiva e benessere sociale, occorre garantire una adeguata disponibilità di capitale umano ed il suo contestuale assorbimento da parte del sistema produttivo. Occorre cioè che esista una capacità del mercato del lavoro di generare le competenze e gli skills richiesti dai nuovi mestieri.
Il nuovo paradigma formativo, non è più guidato dall’offerta, ma dalla domanda di formazione, espressa sia da parte delle aziende che dei singoli.
CRF sostiene la generazione di soluzioni innovative con specifico riguardo ai megatrend di rilevanza sociale (come l’Industry4.0 e l’Economia Circolare), anche attraverso ambienti di innovazione aperta, per promuovere e sperimentare modalità innovative di learning by searching, applicati ai progetti di R&D sostenuti.
In tal modo si intende stimolare e mantenere attivo un bacino di nuove competenze disponibili per le imprese.
Open Innovation
La disponibilità di nuove tecnologie abilitanti pone una sfida epocale per tutte le imprese, per le quali l’innovazione è ormai una scelta obbligata. L’innovazione, in quanto elemento della cultura di impresa, non passa dall’acquisto del know-how di terzi, ma dall’attivazione di processi collaborativi e di scambio culturale.
L’Open Innovation, è un nuovo paradigma con il quale è possibile creare valore facendo ricorso a fonti esterne di generazione delle idee, oltre che a quelle interne, superando, in tal modo, il tradizionale modello di Closed Innovation.
In tale ottica CRF intende agire da incubatore di nuovi business concepts, accorciando la distanza tra ricerca e impresa, supportando lo sviluppo di progetti di innovazione (spinoff da impresa) ed elaborando nuovi “business concepts” (spinoff da ricerca).
Startup
Le startup costituiscono una risorsa preziosa per le imprese esistenti, sia per l’apporto di competenze innovative che per le potenzialità di investimento.
CRF è impegnato nel sostenere gli sforzi iniziali delle startup fornendo loro strumenti, laboratori e spazi utili. Il coinvolgimento delle imprese esistenti nella filiera della conoscenza contribuisce allo scaleup delle startup e alla costituzione di nuove realtà innovative.
Investimenti a impatto sociale
Dopo il reset economico conseguente la crisi del 2020, la domanda da porsi non è come far ripartire il sistema economico, poiché le esperienze del passato ci hanno già insegnato a far ripartire un sistema che ha subito uno shock. L’interrogativo cui rispondere implica una scelta di fondo: ripartire ripristinando il sistema pre-crisi o disegnare un sistema completamente nuovo!
Il reset economico ci ha fornito una straordinaria ed inaspettata facoltà di decidere. La ripresa sarà dunque trainata dalla consapevolezza della scelta compiuta.
Prima della crisi il sistema non ci andava bene. Vorremmo che gli organi governativi ci garantissero un sistema totalmente differente rispetto a quello del passato. A tal fine il programma di rilancio non può che essere focalizzato su investimenti che producano il massimo vantaggio sociale, economico ed ambientale per tutte le collettività. Il raggiungimento di questo fine passa necessariamente da un mezzo. E il mezzo è l’impresa sociale, che essendo intrinsecamente vocata alla soluzione dei problemi delle persone, non persegue l’obiettivo della realizzazione di utili personali per gli investitori. Una volta rimborsato l’investimento iniziale, tutti gli utili successivi verranno reinvestiti nell’impresa. Le imprese sociali non sono imprese di beneficienza assistenzialistica, sono imprese che consentono di costruire un ecosistema sociale globale, in grado di produrre effetti positivi di portata tale da produrre un nuovo welfare generativo.
Filiera della Conoscenza
“perchè una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perchè prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere”
Giovanni Falcone
L’economia circolare è il paradigma economico in grado di rifondare le basi di un equilibrato rapporto tra economia società e ambiente.
Un paradigma – solo apparentemente nuovo – ma che fonda le sue radici nella cultura e nell’essenza stessa dell’ economia e della società.
Il rinnovato interesse per l’uomo e l’ambiente, mezzo e fine dello sviluppo, è potenzialmente in grado di superare le spinte recessive del mercato globalizzato e le conseguenze negative della “economia della innovazione”. Che la variabile sociale ed ambientale sia endogena al sistema economico non è certo una novità!
Una strategia economica basata sulla circolarità può stimolare modelli innovativi di produzione, incidere sulla modifica delle supply-chain e rilocalizzazione delle produzioni, incidere sulle politiche di redistribuzione del valore, abilitando al contempo la rinascita di sistemi locali equilibrati e dinamici. Le policy basate sulla circolarità possono quindi costituire un driver abilitante di un nuovo welfare generativo.
Il paradigma economico circolare richiede un nuovo “patto sociale”, un rinnovato contesto di collaborazione tra gli attori socio-economici in una prospettiva positiva e di fiducia. E’ inoltre necessaria una nuova infrastrutturazione del territorio – “le nuove fabbriche”. Lo sviluppo della filiera della conoscenza passa da un nuovo patto sociale tra gli attori (Ricerca Scientifica, organismi sociali intermedi, Startup Innovative, Imprese, Investitori) uniti nell’obiettivo comune di orientare la ricerca verso nuovi modelli di business e innovazioni in grado di creare valore.
Il nuovo paradigma circolare può abilitare la creazione di valore coniugando l’innovazione tecnologica (Smart), la protezione ambientale (Green), l’inclusione sociale (Welfare).
Nel nuovo paradigma economico circolare, non c’è spreco! Il modello economico circolare elimina la cosiddetta “death valley” e il rischio di investimento correlato. Il fallimento del mercato nel breve periodo viene riassorbito da un accumulo degli assets immateriali e territoriali, che, per effetto valanga possono generare valore nel lungo periodo.