Cognitive Systems

La rapida evoluzione delle tecnologie digitali e di comunicazione ha abilitato potenzialità di interconnessione su scala globale. Tuttavia, la capacità di governare tali tecnologie è attualmente limitata ad un gruppo ristretto di aziende globali, che utilizzano applicazioni di mercato ben al di sotto delle potenzialità tecnologiche disponibili, e spesso per manipolare il consumatore e regolarne le decisioni.

Se da un lato si apre un orizzonte temporale di diffusione delle tecnologie ad un mercato di utilizzatori professionali sempre più ampio, dall’altro si pone il problema della frontiera delle scienze organizzative, che torna ad essere il fattore limitante dello sviluppo. I progressi delle conoscenze di base nell’ambito delle neuroscienze, delle scienze organizzative e dell’ingegneria dei sistemi, non hanno ancora portato ad una sintesi tecnologica che possa risolvere i problemi della complessità delle organizzazioni aziendali e sociali.

Le attuali piattaforme digitali, causando spesso rigidità e aumento di complessità, tendono a creare più problemi di quelli che vorrebbero risolvere. La loro applicazione reale, peraltro, si limita a processi operativi rigidi e ripetitivi, mentre fallisce laddove è richiesta flessibilità e adattamento.

La sfida è quella di creare una sintesi di conoscenze provenienti dall’ingegneria dei sistemi dinamici, neuroscienze, scienze organizzative e tecnologia digitale, in grado di abilitare la realizzazione di nuove piattaforme digitali (Digital Operation Platform), utili alla soluzione dei problemi legati alla complessità sociale e organizzativa.

Quadrupla elica

In una società sempre più complessa per la presenza di molteplici loop di retroazione, il modello della ricerca lineare è stato sostituito da un modello circolare, la cosiddetta quadrupla elica. CRF implementa il modello mediante la raccolta e l’analisi del fabbisogno cognitivo e organizzativo del territorio (comunità e P.A.) e delle imprese. Il fabbisogno viene acquisito sia mediante un’interazione diretta con i diversi attori (Sindaci, portatori di interesse, istituzioni regionali, ecosistemi dell’Innovazione, sistema finanziario, etc.), sia mediante la piattaforma #IoRestoInSalento, che ha la finalità di aggregare una filiera di attori attorno a progetti di sviluppo strategico. L’analisi del fabbisogno consente di individuare i limiti delle attuali organizzazioni pubbliche e private, le abilità dei singoli attori, ai differenti livelli della piramide organizzativa, il gap culturale dei sistemi organizzativi reali, che certamente verrebbe amplificato, in senso positivo o negativo, dall’utilizzo di piattaforme digitali di nuova generazione. L’output della ricerca è rappresentato da innovazioni tecnologiche in grado di abilitare la progettazione di nuove D.O.P. (le piattaforme ABIS, LivingLab), poste a servizio di imprese e territorio.

Il ciclo di miglioramento che si innesca con la quadrupla elica non è un dato di natura! Quanto piuttosto una struttura sociale tutta da costruire, se si vuole innescare un reale processo di sviluppo. L’alternativa? Società e territori incapaci di sopportare il peso di una complessità crescente, che porterebbe all’attivazione dei conseguenti processi di inviluppo.

Linea di ricerca: sviluppo di sistemi multi-agente cooperanti

Sull’onda dei progressi ottenuti nell’ambito degli algoritmi di apprendimento, la Comunità Scientifica, supportata dalle grandi imprese digital, si è orientata nella direzione di perseguire la strada dell’intelligenza artificiale, intesa come efficienza nel processamento dei dati. I dati hanno ricevuto sempre più importanza, anche economica, e il complesso degli algoritmi utilizzati viene commercialmente definito “intelligenza artificiale” (AI). Si tratta fondamentalmente di algoritmi statistici, che possono certamente favorire il processamento dei dati per l’estrazione di informazioni aggregate, ma non possono generare forme di intelligenza artificiale, quanto piuttosto forme di “demenza artificiale”. L’agente tende a comportarsi da idiot-savant, sempre più rigido con il progredire dell’apprendimento, e non in grado di fornire alcuna risposta rispetto ai cambiamenti strutturali dell’ambiente in cui le previsioni falliscono. Lo sbilanciamento verso il dato ha messo in secondo piano il problema della struttura dell’agente, e come insegnano le neuroscienze, struttura e intelligenza sono in simbiosi.

La linea di ricerca persegue lo scopo di modellare sistemi multi-agente, ovvero reti di agenti gerarchici e cooperanti per il raggiungimento dei goals. Indagare la relazione struttura-adattività-prestazioni, ovvero il legame tra i cambiamenti strutturali della organizzazione e le transizioni evolutive.

I risultati della ricerca sono applicabili allo sviluppo di nuove piattaforme digitali che abilitano la possibilità di gestire sistemi aziendali e sociali complessi.

Linea di ricerca: Human in the loop

La tecnologia digitale può consentire una connessione globale tra l’utente umano e la piattaforma digitale. L’interazione tra umano e digitale innesca un loop di controllo (HIL- Human in the loop). La ricerca ha lo scopo di sviluppare i processi di interazione tra umano e digitale. Le modalità con cui viene progettata l’interazione uomo-macchina possono avere conseguenze sociali importanti, sia in positivo sia in negativo. Un’errata progettazione dell’interazione, anche considerata la pervasività degli strumenti nella vita quotidiana, può porre l’utente umano in una situazione di sottomissione rispetto alla tecnologia. Le scelte adottate, sia per applicazioni ad uso privato, sia per applicazioni aziendali, devono necessariamente partire da una posizione “Human In Command”, per evitare, nel lungo periodo, l’insorgere di consistenti danni sia sul sistema sociale e produttivo, sia a livello individuale.

Linea di ricerca: Agenti ibridi

Le organizzazioni possono essere considerate reti di agenti cooperanti per il raggiungimento della Mission. L’utente connesso ad una piattaforma può essere modellato come un agente ibrido (umano e digitale). La Posizione di Human in Command risulta eticamente necessaria, e funzionalmente auspicabile in quanto la piattaforma deve essere abilitante rispetto alla intelligenza umana (l’unica conosciuta ad oggi). In difetto l’interazione porta ad un irrigidimento dell’organizzazione che risulta condizionata rispetto alle innovazioni radicali, che sono sempre transizioni evolutive della struttura organizzativa.