UE: piano d’azione per l’Economia Circolare
Il “Piano d’azione Europeo per l’economia circolare” è un piano di sviluppo industriale che si pone l’obiettivo di stimolare modelli innovativi di produzione, modificando i rapporti tra le supply-chain, sviluppando prodotti customizzati, favorendo l’economia collaborativa, grazie alle tecnologie digitali”.
Il piano attua la strategia del “Green New Deal” che si pone l’obiettivo di trasformare l’UE in una “società giusta e prospera, dotata di una economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, che nel 2050 non genera emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall’uso delle risorse”. L’obiettivo è quello di conservare e migliorare il capitale naturale dell’UE e proteggere la salute e il benessere dei cittadini dai rischi di natura ambientale. Allo stesso tempo, tale transizione deve essere giusta e inclusiva. La transizione determinerà cambiamenti sostanziali, e pertanto la partecipazione attiva dei cittadini e la fiducia nella transizione sono fondamentali affinché le politiche possano funzionare e siano accettate. È necessario un nuovo patto che riunisca i cittadini, con tutte le loro diversità, le autorità nazionali, regionali, locali, la società civile e l’industria.
“Il raggiungimento degli obiettivi richiede l’elaborazione di politiche radicalmente trasformative, prestando particolare attenzione ai potenziali compromessi tra gli obiettivi di tipo economico, ambientale e sociale. Per conseguire gli obiettivi di un’economia circolare e a impatto climatico zero è necessaria la piena mobilitazione dell’industria. Occorrono 25 anni – una generazione – per trasformare un settore industriale e tutte le catene del valore. Per essere pronti nel 2050, le decisioni e le azioni dovranno essere prese nei prossimi cinque anni. La transizione è un’opportunità per espandere un’attività economica sostenibile e che genera occupazione”.
I 3 assi portanti dello sviluppo sintetizzati negli atti programmatici della UE sono:
- Smart: innovazione tecnologica;
- Green: sostenibilità ambientale;
- Inclusione: politiche del lavoro, formazione di nuove competenze e riduzione del divario sociale.
Le prospettive programmatiche appaiono apprezzabili, condivisibili, innovative ed ambiziose a condizione che le stesse siano supportate da adeguati e tempestivi investimenti. Appare infatti condivisa l’idea di sfruttare l’opportunità unica offerta dalla crisi di realizzare un “Great Reset” e una successiva transizione dell’intero sistema socio-economico.
Il paradigma economico fondato sulla circolarità, superando una visione puramente monetarista, individua negli assets materiali, immateriali e sociali la potenzialità di creazione di valore. Il nuovo paradigma della circolarità, coniugato con una rinnovata svolta neo-keynesiana delle istituzioni internazionali, ha la potenzialità di stimolare gli investimenti necessari alla ricostruzione del tessuto sociale ed industriale.