Innovazione creatrice per la ricostruzione del Paese

Negli ultimi dieci anni il mercato è stato inondato da una massa di innovazione e nuove tecnologie che, alla luce dei fatti, non hanno generato né progresso né crescita economica.

Un’economia sana non si regge sull’innovazione, ma sui valori che guidano le scelte degli attori, produttori/consumatori, domanda e offerta. Da sempre, infatti, le dinamiche di sviluppo e progresso non sono guidate dalla tecnologia, ma dai valori che guidano l’innovazione, dal piacere, dalla soddisfazione del fare, e non dal danaro. I guadagni sono una conseguenza e non un principio.

Alla fine non sarà la tecnologia a fondamento della crescita, bensì la libertà dell’individuo, chiave della innovazione e della crescita.

Lo scopo dell’economia non è la produzione di beni, ma la soddisfazione della domanda espressa e latente. Ne discende che lo scopo ultimo dell’economia è la soddisfazione dei bisogni della società, che rispecchiano i suoi stessi valori.

La capacità del sistema sociale di creare fiducia e solidarietà tra cittadini, lavoratori, imprese, istituzioni, risulta fondamentale per garantire le condizioni per l’esistenza stessa di un sistema economico.

La trasformazione del capitalismo da sistema controllato da uomini a sistema controllato da multinazionali ha generato eccessi nella distribuzione della ricchezza, diseguaglianze che diventano esiziali per la stessa sopravvivenza del sistema economico e sociale.

L’innovazione creatrice è sempre una innovazione delle idee, della cultura, finalizzata al benessere umano, e costituisce il driver fondamentale del progresso e della crescita economica.

Occorre recuperare le condizioni ottimali di funzionamento dello Stato che rilanci i valori fondanti previsti dalla Costituzione, che recuperi l’efficienza amministrativa e la funzione di redistribuzione, orientando i valori dei singoli verso la passione per una economia produttiva, e non finanziaria. Recuperare i valori di una comunità non fondata sulle scorciatoie della furbizia, ma che premia la costruzione, il merito e l’intraprendenza.

Occorre rivitalizzare la dinamica del sistema economico, orientando privati e cittadini all’investimento sulla base di un rinnovato patto sociale che generi una nuova fiducia sociale. Uno stato dotato di adeguati assets umani, culturali, geografici, ambientali può realizzare un “new deal” in un arco di 10 anni, ma occorre mettere in campo una reale capacità politica e manageriale.

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